PECOB Portal on Central Eastern
and Balkan Europe
by IECOB & AIS
Università di Bologna  
 
Friday March 29, 2024
 
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Le evoluzioni del traffico aereo tra Italia ed est Europa: il caso di Forlì (2)

 

di www.pecob.eu

 
 

Nell’ambito di una concorrenza aeroportuale che sempre più si svolge a livello europeo ed internazionale (come del resto si sta evolvendo anche l’economia nel suo complesso), la ricerca di una strada privilegiata da sviluppare secondo le proprie caratteristiche, allo scopo di evitare di essere sopravanzati da altri attori del settore meglio piazzati, diviene un imperativo che molti aeroporti minori stanno seriamente prendendo in considerazione.
Nel caso emblematico di Forlì, la complementarietà evidenziata nella prima parte dell’analisi, tra i mercati aeroportuali dell’est e dell’ovest Europa, risulta confermata.
Non potendo sperare di raggiungere un bacino di utenza pari a quello della vicina Bologna e sapendo di non possedere la capacità attrattiva turistica della altrettanto vicina Rimini, l’aeroporto di Forlì deve individuare nelle sue eccellenze locali ed all'interno di intuizioni strategiche basate sulle peculiarità territoriali, il percorso adatto al fine di entrare in un intenso contatto commerciale con aeroporti, come sono quelli dell’Europa orientale e dei Balcani, in crescita ma bisognosi di partner affidabili nel settore.
Nel muoversi all’interno del mercato aeroportuale in evoluzione dell’area considerata, non possono essere ignorate le strutture istituzionali e le politiche che direttamente o indirettamente sono promosse dalle autorità dei vari stati dell’area in questo strategico settore considerato unanimemente promettente e ricco di futuro.
Ad esempio, le politiche turistiche ed industriali portate avanti nei Balcani, le quali si servono di aeroporti di medie dimensioni, rappresentano un’opportunità per unire all’incremento della collaborazione economica tra i due territori (Forlì ed i partner europeo-orientali) l’apertura di canali di trasporto merci e persone che seguano e favoriscano le reciproche politiche industriali locali. Esse devono essere orientate alla collaborazione tra settore dei trasporti e quelli della produzione ed esportazione di beni e merci.
Attualmente, le importazioni e le esportazioni di beni verso l'Europa orientale sono considerate come una possibile via di uscita da seguire per le industrie manifatturiere italiane in difficoltà a causa di una domanda interna in diminuzione.
Essendo, a quanto pare, preclusa la via del ritorno ad un significativo traffico passeggeri, l'aeroporto di Forlì potrebbe trovare la sua specializzazione nel settore del trasporto merci. In questo caso, la collaborazione con i partner economici, commerciali ed industriali attivi nei Balcani e nell'Europa orientale, va presa in considerazione allo scopo di ottenere quella vocazione commerciale ancora da affermare pienamente.
Analogamente, un altro possibile settore di specializzaizone dell'Aeroporto di Forlì potrebbe essere quello della capacità formativa offerta già da tempo in campo aeronautico. Il polo aeronautico di Forlì costituisce un vanto per la città romagnola e le sue molteplici attività contrastano fortemente con la recente chiusura dell'aeroporto.
Dall'Istituto aeronautico alla Facoltà di Ingegneria Aerospaziale, passando per enti formativi al volo professionale ed al controllo delle attività aeroportuali, il polo aeronautico rappresenta un elemento di attrazione per gli stati che nell'Europa orientale e balcanica presentano ancora mancanze in termini di formazione dei propri opreatori di volo. In particolare per il personale che dovrà poi operare per le compagnie e le istituzioni locali.
L'attività del polo aeronautico di Forlì nel suo complesso, riconosciuta a livello nazionale ed europeo, dovrebbe quindi orientare le strategie di connessione aeroportuale con località dove tale preziosa formazione settoriale e specialistica è carente o addirittura assente: i Balcani e l’est europeo.
La formazione di alto livello, comprendente le sfere teorica e pratica delle materie inerenti l’aviazione, potrebbe costituire l'elemento di connessione con autorità ed enti aeroportuali pubblici e privati collocati in zone dove tale formazione è quasi inesistente o suscettibile di ampi margini di miglioramento.
Questo passo, in parte già intrapreso, ma ancora da sviluppare nelle sue potenzialità di collaborazione e scambio formativo, potrebbe risultare vincente per instaurare sinergie (e dunque collegamenti aerei) di respiro europeo. Sembra infatti questa la dimensione sulla quale la formazione di studenti e tecnici sembra muoversi nei settori del mercato comunitario che richiedono alta specializzazione. Un afflusso ancora più rilevante di studenti dalle zone dell'Europa orientale conferirebbe quella specializzazione a lungo cercata dall'aeroporto di Forlì per rimanere sul mercato.
Esempi questi di una strategia complessiva la quale vede sul piano europeo muoversi compagnie private ed autorità pubbliche, nella direzione una sempre più marcata specializzazione che deve cogliere gli aspetti più promettenti dell’allargamento economico europeo.
Dall’altro lato si prospetta invece una sconfitta nel campo della concorrenza dei voli generalisti, oramai contesi a tal punto dal risultare appartenenti ad un mercato saturo.
Senza dimenticare che le autorità politiche ed economiche dell’Europa orientale e dei Balcani si confrontano con le suddette lacune in termini organizzazione settoriale e di conoscenze specifiche, tali da prefigurare spazio proprio per gli aeroporti in grado di colmare i vuoti e cogliere le potenzialità messi in luce dai diversi mercati economici dell’Europa orientale.

 

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